domenica 31 gennaio 2010

Francesca Serragnoli

Da Il rubino del martedì, Raffaelli Editore, 2010


C’è gente che ha solo i fiori sul terrazzo
non ha amici, non ha cene, non ha pub
versano lì il loro amore
i fiori li guardano innamorati.
Me lo ha detto una signora
sola in un marzo freddo
guardando con timore il cielo plumbeo
“aspetto che viene bel tempo
perché io non ho più nessuno sa
ho solo i fiori”.


***

Ero entrata appena
nel tuo harem di rose pakistane
avevo creduto al tuo cuore di farina
alle uova avvolte
nella carta di un giornale.
Sbagliavo, stringevo
la tua rosa seccata fra i denti.

Di te sono rimasti
un piatto di pasta
riscaldato nel vino
i tetti di una Bologna svestita e un cognac
marca Lepanto.
E forse sono rimasta io
fra le rose.

(Francesca Serragnoli è nata a Bologna nel 1972)

venerdì 29 gennaio 2010

Yves Bonnefoy

Da Ce qui fut sans lumière, Mercure de France, Paris 1987


GLI ALBERI

Guardavamo i nostri alberi, era dall’alto
della terrazza che ci fu cara, il sole
si teneva vicino noi quella volta ancora
ma ritirandosi, ospite silenzioso
sulla soglia della casa in rovina,
che gli lasciavamo immensa, illuminata.

Vedi, ti dicevo, fa scivolare sulla pietra
disuguale, incomprensibile, dove siamo appoggiati,
l’ombra delle nostre spalle confuse,
quella dei mandorli vicini
e quella dell’alto dei muri che si unisce alle altre,
bucata, barca bruciata, prua che va alla deriva
come un sovrappiù di sogno o di fumo.

Ma laggiù le querce sono immobili,
neppure l’ombra si muove, nella luce,
sono le rive del tempo che scorre qui dove noi siamo
e il suolo è inavvicinabile tanto è rapida
la corrente gonfia di speranza della morte.

Abbiamo guardato gli alberi un’ora intera.
Il sole aspettava tra le pietre
poi distese pietosamente
verso gli alberi, più giù nel burrone,
le nostre ombre che sembravano raggiungerli
come allungando le braccia si può toccare,
a volte, nella distanza tra due persone
un istante del sogno dell’altra, che non ha fine.

(MB, trad. dal francese)