venerdì 16 luglio 2010

Milo De Angelis: Una poesia, dopo Il tema dell'addìo

E’ tardi. La memoria
di un uomo era solo questa
manciata di sillabe. Solo loro
ritornano dalle oscure cantine
abitate dal niente:
seno distrutto, annuncio deportato,
qualcosa che non rigenera morendo
ed entra muto nella sua fine.
Sono puntuali, sono
scagliate contro le rocce, non hanno odore
né suono, bisbigliano
parole esterrefatte, sono un battere
di ali protese, cieche, fedeli
a un ordine oscuro. Adesso tu
devi tradurre.

1 commento:

  1. "adesso tu / devi tradurre". si entra forse, montalianamente, nel ''verso'' dell'opera precedente?

    peraltro, mi scuso di esordire così sul suo blog, "così" ovvero su un post che riguarda altri. ne approfitto, stante la mia timidezza, per una richiesta che le avrei comunque fatto fra qualche giorno. forse scriverò una recensione sui "Materiali", e non dispiacerebbe poterle fare alcune domande. that's all, per ora. allego qui la mia mail; così da lasciarla libero di contattarmi o meno, senza alcun problema.

    un caro saluto,

    fabio teti (fabio.teti@gmail.com)

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